(Candlelight Records/Spinefarm) Ihsahn ormai ha giunto uno status di libertinaggio stilistico immenso, e si può permettere di fare quel che vuole, senza alcun timore e con la certezza di non sbagliare mai. Se ancora si permette di fare black metal ed apparire con gli Emperor (guarda qui), dall’altro lato vaga con fierezza in territori avant-garde, progressivi, elettronici… passando per molte divagazioni fino a arrivare anche al dark pop! “Pharos” fa seguito a “Telemark” (al quale è connesso, recensione qui) ed ancora una volta propone cinque brani con due cover. Ma questa volta l’impostazione sostanzialmente di matrice black scompare: “Losing Altitude” è dolce, curata, suggestiva, malinconica anche se decisamente luminosa. Tendenze pop intense con l’ottima “Spectre At The Feast”, mentre la title track è più profonda, poetica… oltre che capace per un attimo di esplodere con rabbia, riportando brevemente le sonorità nei paraggi del passato dell’artista, ricollegandosi genialmente al precedente EP. Le cover invece sono un’ottima e tetra “Roads” dei Portishead con la misteriosa e contorta voce di Ihsahn, seguita dalla conclusiva ed irresistibile “Manhattan Skyline” degli A-Ha, abbastanza fedele all’originale, ma con la stupefacente voce di Einar Solberg dei Leprous. Contrastando il suono di “Telemark”, decisamente più rabbioso e graffiante, con “Pharos” Ihsahn chiude un cerchio distruggendo ogni limite, ogni confine, ogni barriera, confermando inoltre, come se ce ne fosse bisogno, di essere un artista immenso!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10