(Petrichor) Pubblicato l’album “Lux” nel 2020 in maniera autonoma, questi musicisti annidati nella compagnia dei serpenti di Denver in Colorado trovano ora i favori della Petrichor per stampare su larga scala “Lux”. I formati CD e vinile sono disponibili per fornire il giusto sostegno a questo album infarcito di doom, stoner e sludge in una condizione di equilibrio perfetto tra i summenzionati generi. Suoni opulenti, grassi quanto ipnotici. Suoni pieni, riff smaltati di una patina di grigiore quanto di mistica attrazione siderale. La Petrichor infatti dice che la musica dei In The Company Of Serpents è così intensa che imita l’attrazione gravitazionale di un buco nero. Vero, infatti l’opener “The Fool’s Journey” ha un clima spaziale, remoto. Sono dieci minuti eleganti quanto attraenti che sprigionano appunto momenti d’atmosfera celeste nonché possenti e lente cadenze doom-sludge. Al contempo nei quasi tre quarti d’ora dell’album non esiste una composizione cagionevole, stanca o semplicemente non riuscita. Persino gli intermezzi “Daybreak” e “Nightfall” sono eccellenti: due piccole gemme strumentali e acustiche tra questi barriti doom metal e le sue derivazioni stoner e sludge. La succesiva “The Chasm at the Mouth of the All” ha un passo tra il garage rock e il doom, lasciando esalare l’ascoltatore fumi un po’ lisergici, quanto laccati da un misticismo inatteso. “Archonic Manipulations” ha un andamento svelto, incide anche la batteria nella sua portata di stile. “Lux” è comunque un album che ha larghi scorci di ritmo, segnati non solo dalla batteria ma anche da riff andanti che rinforzano queste cavalcate. “Prima Materia” è un crescendo dai fasti semi-tribali, epici nel ritmo per uno sconfinare in un doom lisergico e pachidermico che sigilla una prestazione musicale molto sfaccettata e intensa.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10