(Horus Music) Lo chiamano ‘fresh metal’, ma a un vecchio defender come è piaciuto per il suo restare ancorato nei suoni e nei generi ‘classici’: il debutto dei torinesi Invisible Horizon è breve (sei brani e tre intermezzi, per 37’ di musica) ma intrigante nel suo miscelare stili e atmosfere. Chitarre impazzite, con suoni quasi alla DragonForce, per la briosa “Roll the Dice”; “Never Call Back” si sposta quasi su coordinate hard rock, ma è un brano cangiante e multiforme come “Too late for Canada”, che passa dal rock all’heavy metal con strabiliante scioltezza, a mostrare le migliori potenzialità della band. Un power solido per “The Honest Revenge of the Freaks”, mentre è contemporaneamente lucida e trascinante nelle sue variazioni “EJ 666 LR”. “Deafcon:One” passa rapido come un treno, diverte e qui e lì stupisce per la validità del songwriting: un ottimo debut made in Italy!

(René Urkus) Voto: 7,5/10