(Prophecy Productions) Se vogliamo semplificare, possiamo gettare gli americani Isenordal dentro il calderone del funeral doom… commettendo però un errore madornale. Eleganti, eclettici, complessi, variegati, capaci di passare dal doom più lugubre al folk più fantasioso, anche grazie ad una line up che va ben oltre il solito trittico chitarra/basso/batteria, inglobando tastiere, violoncello, flauti, archi, senza contare le varie voci, con diverse tonalità, sia maschili che femminili. Cinque possenti brani, con durate molto importanti, conducono dentro un labirinto oscuro scandito da brani ricchi di significato, dentro un concept personale e mitologico, nel profondo di dimensioni spirituali, occulte, astrologiche, magiche, esoteriche, con un simbolismo che accarezza una vasta gamma di emozioni umane, dall’amore al dolore, dalla speranza alla delusione, fino allo sfruttamento, alla rivelazione spirituale, alla resa ed infine all’apoteosi. Oscurità scalfita da momenti di luce; generi musicali -anche quelli meno prevedibili- che emergono all’improvviso da questo assalto sonoro corposo, organico, tra parentesi di una pesantezza insopportabile a passaggi acustici ricchi di misticismo e suggestioni oniriche. “Requiem for Eirênê” è difficile da assorbire, da capire, anche se è capace di impattare immediatamente, fin dal primo ascolto; tuttavia l’impegno nel dedicargli tempo ripaga, con immensa e tenebrosa generosità, regalando un’esperienza sonora, teatrale ed atmosferica grandiosa, capace di accompagnare attraverso un viaggio passionale, emotivo, drammatico. Grandiosi, imprevedibili, identificativi e sperimentali in maniera concreta e dannatamente efficace!

(Luca Zakk) Voto: 8/10