coplandeholterdracula(Frontiers Record) Il corvo nero è tornato. Jorn Lande. Uomo senza riposo, senza limite. Jorn si è imposto sulla scena dagli inizi anni 90 grazie ad una voce fantastica ed un atteggiamento dannatamente e purissimamente metal e da allora è rimasto ad altissimi livelli. Ma Jorn è multiforme: Jorn è Ark, è Masterplan, Jorn è solista, un progetto che ormai ha sfornato undici dischi, comprese versioni sinfoniche, cover di Dio, ecc. Jorn è un habitué dalle parti di Avantasia, ed ha avuto anche il tempo di viaggiare attraverso la fantasia di Ayreon. Ah, dimenticavo, ha pure cantato per Sua Maestà Malmsteen (scusate se è poco). Una voce perfetta che si adatta a qualunque cosa, potente, grintosa, metallica. Di cosa stiamo parlando allora? Altro album? Live? Cover? No. Semplicemente un’idea banale quanto geniale: Jorn non più come solista, ma in coppia con il suo più recente chitarrista Trond Holter, il quale si rivela essere dannatamente in gamba. Poi c’è pure il bassista Bernt, quindi siamo vicinissimi alla line up dell’ultimo “Traveller”. Ma qui non siamo davanti all’album di un vocalist: l’idea è dare meritato spazio all’ottimo Trond e pubblicare una release che è sostanzialmente una rock opera, un concept album che narra di una oscura storia d’amore ispirata al Dracula di Bram Stokers… con una differenza ottenuta intenzionalmente: ogni maledetta canzone è un hit. Un potenziale singolo. Non so come diavolo ci sia riuscito, non so se è merito di Trond o di Jorn… ma queste dieci tracce sono pericolose: non riesco ad ascoltare altro, è Jorn a manetta tutto il giorno, sto cantando le canzoni, sono ormai parte di me. Sono posseduto. Jorn & Trond non sono novellini ed oltre ad essere bravi sono anche intelligenti: la guest vocalist che hanno assunto, Lena Fløitmoen, è fantastica ed in duetto con la tagliente voce di Jorn dà origine ad un effetto superlativo, assolutamente meraviglioso. Songwriting vincente, compresi i testi che vengono evidenziati ed enfatizzati da Jorn, specialmente nelle frasi più oscure o truci (“…I promised you a genocide, a dawn of death and fraud…”… Fantastico!), arrangiamenti meravigliosi, strumenti addizionali come violino e flauto di pan che accrescono la resa atmosferica di una delle storie più famose, tragiche e romantiche. L’opera apre con “Hands Of Your God”, quasi una introduzione, un trionfo di archi, un dominio della voce graffiante del corvo. “Walking On Water” è un riff letale, impossibile resistere all’headbanging… una canzone di Jorn al 100%, quel dannato heavy metal al quale lui rimane fedele; ma c’è qualcosa di nuovo… ed è il ruolo del chitarrista, che è autore, è dominante! L’assolo che si materializza a metà canzone mi fa ricordare certe divagazioni di Marty Friedman, regalando un groove pauroso, una melodia infinita sopra una ritmica che aumenta la pressione del sangue. “Swing Of Death” è geniale. Assumete quella parola “swing” come un suggerimento… solo che qui Jorn e Trond fondono il metallo con quell’atmosfera allegra, danzante tipica di quel genere… aprendo le porte alla sublime voce di Lena, che fa così il suo ingresso nella storia d’amore tra il vampiro e la vittima. Amore oscuro ed armonia mortale su “Masquerade Ball”, effetti scenografici, impostazione cinematografica ed impatto immenso con Jorn che da il massimo alla voce e Trond che si abbandona alla creatività. “Save Me” è poderosa, Lena trova il suo spazio in una canzone stupenda ed assolutamente piena di melodia e teatralità. Ancora imponente duetto sul riff tagliente di “Rivers Of Tears”, un pezzo con un ritornello memorabile, assoli bellissimi ed intermezzo teatrale inquietante, il momento della storia dove lei si abbandona alle forze oscure di lui. “Queen Of The Dead”: lei non appartiene più al mondo dei vivi e la canzone integra tristezza, disperazione e trionfo in un solo poderoso concetto, con un riffing cattivissimo ed ancora una volta assoli fantastici che questa volta prendono ispirazione anche da Malmsteen. “Into The Dark” torna al metallo pesante, torna la voce di Lena nella sua migliore performance in questo album, anche grazie alla melodia, alla ritmica, agli arrangiamenti geniali della traccia. Le ottime capacità di Trond vengono a galla con lo strumentale “True Love Through Blood”, quattro minuti di chitarra potentissima, di metallo incandescente contorto da un range di assoli veramente ampio. La conclusiva “Under The Gun” offre un ulteriore duetto delle due grandiose voci in un pezzo trionfale, perfetta conclusione per la rock opera. Jorn grandioso. Geniale. Pieno di creatività. Jorn è la voce metal per eccellenza. Tagliente, potente, graffiante, rabbiosa, un dono per noi amanti di queste sonorità… ed il fatto che sia così iper produttivo è semplicemente la salvezza in questa era di suoni finti, voci false, effetti sballati.

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10