(Eisenwald) Finalmente il vedo debutto il duo tedesco formatosi pochi anni fa e con all’attivo solo un EP. Black metal, senza dubbio, ma con un principio di originalità tale da rendere difficile un collocamento specifico del gruppo dentro il labirinto dei sotto generi del metallo nero. Lo stile di questa band è sfuggente, in quanto sfiora diversi estremi, pur mantenendo una concreta personalità: c’è il black ‘n’ roll, c’è il black melodico, c’è metal tradizionale, c’è viking, ci sono anche dettagli più legati al death e si sentono influenze molto vaste, a tratti contrastanti: Uada, Lunar Aurora, Immortal, Vreid… ma anche Satyricon; si, emergendo da tutte queste basi il loro black è tanto atmosferico quanto tuonante ed aggressivo, molto incentrato su mid tempo provocanti, anche se non mancano affatto delle sfuriate vecchio stile spesso intersecate con riff contorti, complessi, riff che strizzano l’occhio a dimensioni più progressive. Arpeggi poderosi, accelerazioni repentine sulla cadenzata opener “Gier”, brano che introduce anche un cantato corale, oltre a feroce growl di Stríð. C’è del black’n’roll alla base dell’ottima “Krater in Sarx”, brano intenso con linee di basso poderose. Pesante, rocambolesca, ricca di emozionanti e tecnici guitar licks “Zerfall des Lichts”, il brano più lungo e forse più ricercato a livello di arrangiamenti. Più scatenata e libertina “Vergeltung”, altra traccia farcita di dettagli ricercati perfettamente amalgamanti nell’incedere tuonante. Black metal dalla Germania… ed in particolare dalla Turingia, come confermato dal titolo della quinta traccia, la bellissima “Thüringer Schwarzmetall”, un pezzo con un mid tempo melodico micidiale alternato a sfuriate pregne di crudeltà. C’è più black anni ’90 su “Der Schütze”, “N.E.I.D.” regala un intenso senso apocalittico che si intensifica con mid tempo ed arpeggi oscuri. Teatrale, rituale, suggestiva “Festmahl für die Krähen”, stupenda “Pilgerreise”, una canzone con un tiro micidiale, una melodia ipnotica ed una potenza devastante. ”Die Sonne über Ikarus” si attorciglia attorno al collo strangolando, soffocando, stritolando, mentre la title track inneggia agli Immortal, divaga in ambito atmosferico, trascinando senza ritegno verso la fine di questo possente debutto. Tanto tecnici quanto coinvolgenti, i Kankar sono in grado di dar vita a brani ricchi di momenti irresistibili, quasi cinicamente composti per essere estremamente catchy, diabolicamente accattivanti. “Dunkle Millennia” è grandioso, non lascia respiro, provoca un interminabile headbanging, è molto incalzante, assolutamente impetuoso e costantemente trionfale!

(Luca Zakk) Voto: 9/10