(AFM Records) Non so cosa sia successo a Daniel Brennare. Dopo il favoloso “Illwill” del 2011 la band si è sgretolata e lui è scomparso, svanito, inghiottito dalle tenebre. Daniel è Cambiato. Diamine, guardi le sue foto e lo trovi irriconoscibile. Cosa diavolo è successo in questi undici anni? E non mi dite che Daniel è tornato creativo a causa della stronzata dei lock down, in quanto già nel maggio del 2019 dichiarava via social di essere al lavoro sugli ultimi ritocchi di “Ominous”. Un canale social controverso… per anni Daniel ha pubblicato pensieri, spezzoni di lyrics deprimenti, inquietanti… forse la base di quello che, oggi, è diventato il nono album, il lavoro di una one man band se non contiamo la batteria di Christian Silver, già collaboratore dei Lake of Tears in passato, oltre che responsabile delle registrazioni dell’album, ex-Cemetary 1213, produttore di “Moons and Mushrooms” e “Black Brick Road”, ma anche -tra i tanti- di “The Pagan Prosperity” di Old Man’s Child … oltre che ingegnere di batteria per Tiamat su “Amanethes”. Ma cosa diavolo è successo a Daniel? Nessuno lo può sapere. Se lo incontri per strada davvero non lo riconosci… ma se ascolti la sua voce nel nuovo lavoro, diamine, questi sono i Lake of Tears all’ennesima potenza… quei brani ricchi di un basso incisivo, di progressioni decadenti, meravigliosamente depressive, ricche di poesia oscura che prende i dettagli della vita amplificandoli con uno strabiliante potere espressivo. “Ominous”, ‘Infausto’. Daniel porta davanti a tutti una devastazione psichica e sociale illimitata, genio oscuro capace di dipingere con pennellate di nero quello che tutti noi dovremmo vedere con chiarezza se non fossimo acciecati dall’andamento del mondo, dalle fonti di informazioni, dalle credenze personali o popolari. Ma Daniel non si nasconde dietro a nessuna censura, impegnandosi a recitare, spiegare, rivelare, descrivere. Esaltando l’unico fattore dominante e pertanto degno di esaltazione: le tenebre impenetrabili, tenebre che non ti lasciano entrare ma nemmeno uscire. Pulsante ed elettronica “At The Destination”… inquietante, interplanetaria, invitante. Intima e decisamente in linea con la storia favolosa della band “In Wait And In Worries”. Teatrale e immensa ”Lost In A Moment”, quelle linee di basso metalliche che accentano la sublime voce di Daniel sono un marchio di fabbrica unico, mentre quelle divagazioni symphonic provocano ulteriore ansia, ulteriore disperazione. La doppia title track (“Ominous One” e “Ominous Too”) riporta a “Illwill” e sembra quasi impossibile che dietro questa irruenza sonica ci sia solo Daniel e non tutta la band persa per strada nel corso dei decenni; la prima parte è aggressiva, la seconda ricorda la magia dei grandi pezzi appartenenti a capolavori quali “Forever Autumn” e “Moons and Mushrooms”. Intricate e provocanti sia melodia che progressione con “One Without Dreams”, trionfale “The End Of This World”, legata ai sentimenti di Daniel “Cosmic Sailor” (il Marinaio cosmico è una figura cara a Daniel, citata anche sulla stupenda “The Homecoming” dall’album “Forever Autumn”), mentre la conclusiva bonus track “In Gloom” si rivela più intima, forse meno rock…decisamene più personale e pura. C’è la sintesi di tutta la storia di questa immensa band dentro i brani dell’infausto “Ominous”. Ci sono tutti i grandiosi dischi precedenti… senza che essi siano percepibili in maniera realistica o palpabile. Quella voce sublime. Quel mattino nordico uggioso il quale esige un sole brillante, un sole che si rivela falso, effimero, un sole che tuttavia dura per un’eternità incomprensibile per le menti comuni. Puntando ad un orizzonte raggiungibile, tuttavia toccando un lontano cosmo spirituale. Un viaggio oltre la stratosfera alla ricerca di una verità maledettamente terrena. Colonna sonora per i lunghi giorni invernali privi di luce. Colonna sonora per il clima freddo dell’inverno. Colonna sonora per una confessione personale innanzi il proprio io. Le note che rendono la notte ancor più profonda e misteriosa. Una visione sinistra del mondo. Una visione realista. Poesia senza limite. Logica dell’esistenza descritta con freddezza, malinconia e genialità espressiva. “Ominous” non è solo un disco. “Ominous” un poema circondato da una teatrale ed impattante colonna sonora. “Ominous” descrive l’oggi. Il ieri. Il domani. Il sempre. Il mai. “Ominous” descrive noi tutti e la nostra micidiale, crudele e drammatica perdita della speranza.

(Luca Zakk) Voto: 10/10