(Argonauta Records) Un terrificante e destabilizzante miscuglio di sonorità che spaziano dal predominante sludge all’onnipresente psichedelico, iniettando black metal, doom, divagazioni hard core e post metal. Secondo album per la band di Berlino, più di mezzora di malattia mentale, tortura psichica, viaggio negli abissi, dentro un fumo nero, denso e brillantemente pestilenziale. Post rock melodico e drammatico con l’ottima opener “It Burns“, canzone resa carnale da una linea di basso sensuale, chitarre votate al psichedelico, voce che emerge da qualche sulfureo anfratto del regno del male. Parentesi eterea con “Theiaphobic Ansia”, prima della brutalità black che si sprigiona con “Cursed With Embodiment”, brano che evolve e prende forme strane, ritornando al post ma anche ad una ipotesi ambient, prima di abbandonarsi ad un prog psichedelico delizioso ed epico grazie alle ottime tastiere. La lunga e teatrale “SN1987A Space Alteration Machine” trasforma il suono in emozioni e viaggi cosmici, siano essi fisici o mentali: ci sento il genio di bands quali L’Ira del Baccano, Isis e Cult of Luna. Tecnica e ricca di chitarra con “Grey Haze”, liturgia disturbata e ondate di malinconica con “Oumuamua”. “Catacomb Eyes” tuona con irriverenza e pesantezza doom, ponendo l’accento su stravaganti dissonanze di origine siderale, prima della breve title track in chiusura, un outro di suoni provenienti da svariate origini incompatibili con la vita, suoni che si incrociano, copulano e sfumano in un’assenza di gravità terminale. Pesanti. Pesantissimi. Una nebbia soffocante che avvolge l’ascoltatore, creando allucinazioni colorate che vengono poi corrotte e compresse verso uno stato catatonico nel quale la percezione della realtà è dominata da qualche forza occulta, perversa, maledettamente infernale. Senza dubbio un viaggio ‘verso il nulla’ assoluto!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10