(Send The Wood Music/Season of Mist) Furia infinita canalizzata nelle tinte grigie di una malinconia senza limite, senza confini. I Lessen sono francesi, ed il loro genere non è proprio facilmente identificabile: un post hard core con pesanti dosi di progressivo il quale si annega in un post metal furioso, tecnico curato capace di risultare atmosferico, ambientale… ma anche di una brutalità tale da abbracciare parentesi death e black metal, grazie anche al superlativo drumming di Audrey, l’unica ragazza del quintetto. Brani molto lunghi, impegnativi, tetri ma grintosi, fruibili ma ricchi di svolte e sfumature tutt’altro che scontate. “Many Faced God” riporta al death metal, ma un post black emerge furioso prima di abbandonarsi a spoken words, clean vocals ed una generale sensazione di destabilizzazione mentale prima della nuova furia omicida espressa da un ottimo singer capace di interpretare perfettamente un hardcore con influenze nu-metal. È interessante percepire, decifrare, quei riff death in mezzo a ritmi post… o anche quel tremolo dal sapore black nelle escandescenze post-hardcore! Stupenda “Already Dead” (oggetto di un bellissimo video), canzone introspettiva e decadente ricca di dettagli (certe sincronie tra batteria e basso sono fantastiche e non certo casuali) ed un range di riffing che spazia tra tutti i generi estremi senza mai sembra un miscuglio o una forzatura. Riflessiva e struggente -in maniera deviata- “One More Rise”, furiosa, drammatica e musicalmente complessa “Overcome”. Risulta lenta, ambientale anche se aspra e malata, l’intelligente “Above Us”, più estrema e devastante, ma ricca di cambi profondi e repentini “A Piece Of Heaven”: interessante il parlato del singer, il quale per un momento sembra estendersi a fraseggi di origine RAP i quali risultano assolutamente indovinati in quella perentesi del brano. Notevole la conclusiva “Aleph”: arpeggi, linee di basso calde, un drumming instabile che accenta deliziosamente un desiderio di furia ed esplosione che si materializza a metà brano in chiave disperata e dolorosa prima di un salto geniale verso black metal tecnico e ricco di pathos. Un album sorprendente che mai mi sarei aspettato da un band sostanzialmente hardcore, costituita da cinque ragazzi acqua e sapone, dal look assolutamente anonimo, un look che non scandalizza mamma. Ma la rabbia, la furia, la violenza … convogliate in questo album sotto una clinica supervisione tecnica, un cinico controllo totale, una intelligenza superba ed una creatività pressoché illimitata, danno origine ad un’opera immensa, tra le migliori release del 2016.

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10