(Subsound Records) Diventa più atmosferica, più mistica e deliziosamente più tribale la performer italiana Lili Refrain, ormai giunta al quinto lavoro solista. Un cambio radicale che poi tanto radicale non è se consideriamo la sua costante ricerca stilistica, atmosferica e musicale… uscendo da ogni confine, da ogni regola scritta e non. Brani come “Kokyu” entrano nella dimensione del sogno, mentre l’aura di “Eikyou” ipnotizza e porta verso un profondo stato di trance. Tendenze orientali misteriose su “Sangoma”, l’energia dei quattro elementi -dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco- si intrecciano su “Mami Wata”, mentre suggerimenti spettrali aleggiano nell’etere con “Ahi Tapu”. Rock e folk incalzano su “Travellers”, prima della conclusiva e stranamente liturgica “Earthling”. Meno chitarre e meno improvvisazione teatrale rispetto ai precedenti lavori, un disco che segue un percorso filosofico spirituale il quale si snocciola attraverso nove brani folk/ambient nei quali Lili mette in mostra la sua fantasia, creatività e la sua immensa potenza vocale. Synth, tantissime percussioni, giochi con la voce che vanno ben oltre il canto stesso. La sintesi della vita, della forza interiore, il ritmo del viaggio, la sete per la meta, il bisogno di andare oltre. Una sfida alla vita fronteggiando la morte… la luce contro le tenebre, l’esistenza contro la fine, l’infinito dinamismo che scandisce ogni infinito secondo della nostra esistenza.

(Luca Zakk) Voto: 10/10