(Signal Rex) Occulti e fumosi, gli islandesi Ljáin sono attivi solo dal 2016. Anzi, è attivo, visto e considerato che si tratta di una one man band ideata da H.V Lyngdal (Martröð, Wormlust). In curriculum ci sono due EP pubblicati nell’anno della fondazione… ed ora questa release, la quale non è l’atteso album ma una… compilation! La ragione ‘commerciale’ c’è ed è sensata: i due EP furono entrambi autoprodotti, ma questa release sigla la firma di un contratto con la Signal Rex la quale, in attesa di nuova musica, ha voluto riepilogare e presentare al mondo l’arte devastata del progetto. Siamo davanti a black metal furioso, dissonante, nebbioso: un assalto sonoro letale, soffocante, privo di aria, privo di vita, con linee vocali sepolte in un fragore sonico fuori controllo, totalmente compatibile con una volontà maniacale ed efferata di distruzione e devastazione. Fantasmi malati, ricordi che terrorizzano, psiche instabile, esperienze dimenticate ma più laceranti che mai. Dall’intro funereo, alle sei ulteriori tracce prive di umanità. Freddo. Buio. Islanda. Black metal. Quasi quaranta minuti di dolore senza fine, senza possibilità di fuga.

(Luca Zakk) Voto: 7/10