(This Is Core Music) Il ritorno dei Locked In significa andare a sbattere contro un muro e farsi molto male. I perugini hanno ipertrofizzato il proprio sound portandolo sempre più nei terreni del metal e rivelando comunque il proprio retroterra hardcore, in particolare di quello della Grande Mela. Il risultato è un sound potentissimo, un metalcore dalle dimensioni enormi e che non lascia in pace l’ascoltatore, schiantandogli contro questo muro di chitarre, basso e batteria che salta fuori da amplificatori spietati e imponenti come una parete rocciosa. Altro che metalcore con i coretti, i breakdown per diluire lo zucchero, questi menano e basta. Un sound squadrato, sotto certi aspetti ottuso, come un toro che carica, montato da una rabbia animale unica. “Ambrosia” è l’unico brano in cui qualcosa di diverso dalla rabbia generale accade, forse è l’andazzo totalmente hardcore, la scorrevolezza di quella rabbia espressa o chissà cosa. Tuttavia il retaggio hardcore è in giro, in questo “The Rebellion”, e spunta fuori impavido anche in “The Prophet and the Resistance”, “Fogs” e nella tanto dinamica “Damnatio Memoriae”. Si nota anche la title track che ricorda un po’ i Sick Of It All e per la partecipazione di Tommaso dei Fleshgod Apocalypse. La stessa canzone subisce anche un remix interessante, posto in fondo all’album.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10