(InsideOut Music) Lonely Robot, capitolo quattro… sembra concludersi questa sorta di opera rock on the road, solo che qui non ci sono strade, bensì rotte spaziali su cui il nostro Mitchell viaggia a velocità da crociera. Rispetto ai lavori precedenti, qui siamo su territori ancora più tranquilli e classici, più vicini al prog d’autore che all’AOR. Probabilmente questo è, dei quattro, il lavoro che più si avvicina ai canoni offerti dalla InsideOut… in effetti sembra di ascoltare un album di Devin Townsend, senza le ormai immancabili parti simil-liriche e pompose cui ultimamente ci ha abituato il genio canadese. Ecco allora una decina di tracce davvero molto emotive, emozionali ed emozionanti, in cui l’ego dell’artista ci rapisce e ci porta lontano dai soliti pianeti, verso costellazioni inesplorate… immaginatevi una Cadillac spinta ad avio che viaggia da un satellite all’altro, indugiando su scenari siderali o magari in qualche motel intergalattico gestito da una scorbutica forma di vita che di umano non ha nemmeno il nome. Sta qui l’abilità di Mitchell, rapirci dal nostro mondo e portarci in lidi impossibili da immaginare, dove Dream Theater e OAR si incontrano in chiave ‘commerciale’. Aspetto con ansia l’inizio di una nuova, entusiasmante saga sonora. Uno dei pochi artisti che non deludono mai.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 10/10