(Graphite Records) E’ inevitabile che in terra Britannica a cicli indefiniti nasca una nuova realtà pop-rock. Nel 2007 i LostAlone pubblicarono “Say No to the World”, il quale si fece notare dal pubblico e dalla critica; per quest’ultima particolarmente nelle nomination degli award di Kerrang per quell’anno. Il trio più ruffiano, melodico e che sapientemente attinge dalla tradizione britannica del pop, dopo essere stato in tour con i 30 Seconds To Mars, My Chemical Romance e altri, si è lanciato in questa nuova avventura discografica, “I’m A UFO In This City”. Tutto comincia con “Obey The Rules You Lose”, sfrontata nel riprendere i Clash e il punk britannico, nelle prime due strofe, poi il sound si evolve e la canzone è fuochi d’artificio, tra cori alla Queen e Beatles, ma è solo una breve introduzione a “Love Will Eat You Alive”, altra festa e perfetta per le classifiche. “UFOria” ha una chitarra eccentrica e un’ossatura in stile Who. Energica, semplice, cadenzata (tanto hard rock) è “Paradox On Earth”, mentre “Vesuvius” è un caos totale: i synth iniziali cedono a qualcosa di pesante e rude. “Orchestra Breathing” è la ballad di turno che non poteva mancare. “Do You Get What You Prey For?” è introdotta da una schitarrata in stile Kurt Cobain, ma il tenore della canzone è ben altro e si accosta alle tendenze melodic metal. Anche “We Are the Archaeology of the Futures Past” si riallaccia al discorso corale dei Queen, ma nella sostanza è tutto “I’m a UFO in This City” che cerca soluzioni in quella modalità. I brani si attestano quasi tutti sui 4’ o poco più, ma “The Downside Of Heaven Is The Upside Of Hell”, brano conclusivo, supera i 6’ e si esprime con molteplici sfumature sul rock, di quello attuale in Gran Bretagna. Steven Battelle emerge con la sua voce (è anche chitarrista), ma nei cori è sapientemente affiancato dal batterista Mark Gibson e dal bassista Alan Williamson. Dunque i LostAlone si rivolgono al passato, prendono da icone di un’epoca molto lontana rispetto a loro, ma non snobbano le tendenze attuali (Muse, Mika, My Chemical Romance). Potrebbe essere un prodotto di consumo questo “I’m A UFO in This City”, uno di quei lavori da consumare e dimenticare, ma denota una cura nei particolari e scintille di rock innocente. Vedremo se riusciranno ad avere una dignitosa longevità, rispetto ad altri loro conterranei, meteore da hit!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10