coplowbau(Autoproduzione) Direttamente da Vienna ecco il primo full “length” degli Austriaci Lowbau. Uno di quei dischi che, data la sua ricchezza e poliedricità di stili, risulta difficile da commentare in maniera completa al 100%. Già dall’introduzione comunque si avverte subito il tocco southern che la band tiene a pubblicizzare nel proprio press kit, pochi accordi di chitarra acustica suonati con lo slide, che ci portano subito a varcare la soglia di un immaginario saloon e quasi ci fa sospettare un lavoro country. Quand’ecco invece che dritta come un cazzotto sulla mandibola parte “ The Prosecution Rests”, una vera e propria mazzata di sludge metal, ricca di groove e di riff carichi di energia e grinta. Il lavoro in sé è presentato come un tributo alla musica in toto, che partendo dagli spunti blues, genere da cui tutto ebbe inizio, arriva fino alle sonorità più pesanti di un groove metal che si richiama molto agli Hellyeah, la nuovissima band di Vinnie Paul. Anche la voce di Deguyten infatti si ispira molto allo stile di Chad Gray (cantante della band americana poc’anzi citata) anche se l’impronta appare comunque molto personale; per quanto riguarda la produzione questo disco ha davvero la spinta e la pacca giusta, la produzione logicamente valorizza i bassi, cosa che per un metal cosi sludge ed influenzato dal southern è più che normale. Dovessi fare degli ulteriori accostamenti in questo “ A Darker Shade of Blues” il blues viene ricontestualizzato nel momento odierno, c’è molto anche dei Kyuss e dei Down, specialmente in alcuni passaggi vocali dove sembra quasi di sentire Phil Anselmo; è comunque un disco onesto e molto valido, con degli spunti decisamente interessanti ed un sound ideale per un viaggio in moto.

(Michele Alluigi) Voto: 8/10