(Century Media Records) La tendenza degli svedesi a manifestare il loro amore per il rock anni ’60-’70, riproponendolo secondo sonorità dense di hard rock, occult rock, blues ed acid rock, è un filone alquanto fruttuoso al giorno d’oggi. Un insieme di creatività quanto di un sincero revival che porta il cuore e la materia artistica di questi musicisti verso un’età musicale che ha sprigionato una creatività devastante e rivoluzionaria. I Lucifer sono tra i migliori in questa linea di condotta e come non potrebbe essere altrimenti visto il nome che si sono dati. L’espressiva voce di Johanna Platow Andersson, la quale fonda la band a Berlino nel 2014, è il sigillo suporemo a una formazione che vede due abili chitarre e una sezione ritmica che sa pronunciare linee avvolgenti e narranti, quanto misteriose e sublimi nella loro opaca magnificenza. La Andersson era la vocalist dei The Oath e a lei si sono aggregati musicisti di tutto rispetto e con militanze in Cathedral ed Angel Witch. Non tutti erano svedesi, poco male, infatti la band si trasferisce poi proprio a Stoccolma ed ora ne fa parte anche Nicke Andersson, di Entrombed e The Hellacopters tra gli altri. Proprio Johanna e Nicke hanno scritto e prodotto “Lucifer IV” che è totalmente annerito dalla notte, da cadenze misteriose e litanie comunque possenti. Il ruggito delle chitarre di Linus Björklund e Martin Nordin assorbe i dettami dei Deep Purple, dei Fletwood Mac, anche di altri certo ma con uno stile gonfio di ardore che sprigiona dei pezzi lanciati, andanti, spigliati nelle loro strutture quanto espressivi in ogni loro piega. Il tono occult, saturnino, lo spessore della notte che comprime sulle melodie, i tocchi estetici che fanno molto anni ’70, come un esile mellotron che ribolle in sottofondo in certi passaggi, fanno si che il quarto capitolo di Lucifero è pericolosamente invitante. C’è da stupirsi di ciò?

(Alberto Vitale) Voto: 8/10