copmacbeth(Dragonheart/Audioglobe) Sono mancati dalle scene per ben sette anni, ma sono ancora più in forma che mai: i Macbeth tornano dunque all’assalto con il quinto capitolo della loro discografia. In realtà il disco è già pronto da tempo, ma ci sono stati sia problemi interni alla band che, incredibile a dirsi, con la copertina, rifiutata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che hanno ritardato di parecchio l’uscita. Forse qualcuno potrà accusare “Neo-gothic Propaganda” di essere un disco fin troppo diretto e immediato, ma in realtà trovo che questa accusa vada del tutto fuori bersaglio: pur se i brani sono abbastanza easy-listening, e il minutaggio non è certo imponente (in tutto 45’), i dettagli di produzione e arrangiamento mostrano una grande cura e un songwriting maniacale. Insomma, quando la classe c’è, si sente eccome! “Scient of Winter” apre le danze in modo classico ma superbo: la band c’è, e con tutti i trademark (duetto vocale fra Andreas e Morena, tastiere ‘importanti’, melodia vincente, accenni elettronici). “Slow Motion Tragedies” è un power/prog energico ma assieme pieno di spigoli e asperità; ottima “Last Night in Shangai”, che mescola qualche suggestione da estremo oriente con il ‘solito’ ritornello vincente e un bel growling ‘leggero’. “I don’t care of being just like you” è il pezzo più moderno e radiofonico; a mio giudizio anche il più debole, ma probabilmente sarà quello che attirerà maggiormente il pubblico ‘esterno’. “Dogma” mi ha piacevolmente ricordato l’elettro/goth di più o meno un decennio fa, quello che oggi possono forse suonare, in Italia, i Nude; di inusitata durezza “Little Spark”, poi si chiude con l’orecchiabilissima “The Archetype”, un altro pezzo che è di cassetta rimanendo di classe. Una realtà italiana come sempre da sostenere… ancora di più dopo questo lungo silenzio!

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10