(Selfmadegod) esistono dalla metà degli anni ’90 e il loro nome mi è passato davanti più volte, ma “Still the Kings” è assolutamente la prima cosa che sento di questi tre svedesi. L’album è costituito da ben 19 pezzi eseguiti in meno di 20′. Dunque non solo il grindcore, il genere anzi non è proprio espresso al suo massimo potenziale, ma anche e soprattutto l’hardcore, il crust e il thrash metal, nella sua forma. Tutto questo e tutto quello che ne può uscire mettendoli insieme. Un lavoro onesto, nella sua evidente rabbia furiosa che alla fine rende le composizione tutte simili, ma chi ascolta di queste cose è abituato a questo. Quindi, forse, non è un lavoro per tutti.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10