(Avantgarde Music) Ormai li definiscono una rivelazione del 2022 per quanto riguarda l’ambito symphonic black metal. I Moonlight Sorcery sono un trio finlandese formatosi nel 2018, ma attivo a livello discografico solo dall’anno appena conclusosi, durante il quale hanno pubblicato un singolo ed un paio di EP, questo compreso. Ma ecco che entra in gioco l’attenta italiana Avantgarde Music assicurandoseli con un contratto, dando forma quindi all’EP di debutto “Piercing Through the Frozen Eternity” (recensione qui) uscito la scorsa primavera e a quest’altro extended play già in circolazione sui canali digitali da dicembre, di fatto la continuazione del precedente. EP, e poi ancora EP… un po’ sarà per quella tendenza del mercato odierno che richiede meno materiale, ma con più frequenza… forse anche a causa della disattenta e frettolosa fruibilità che il mondo della musica digitale/stream ha imposto al pubblico, un po’ credo abbia a che fare con il modo di operare della band stessa la quale, pur lavorando all’album di debutto, continua a divertirsi con queste release… forse dei brani in avanzo che messi in circolazione contribuiscono a tenere in vita la scia di attenzioni ricevute, mentre prosegue il cammino per il primo full length. Ecco qiuindi che “Nightwind…” regala tre ottimi brani di pregevole symphonic black di matrice anni ’90, un po’ sulla falsa riga del percorso che gli Old Man’s Child hanno interrotto, qui reso molto più impetuoso, andando a mescolarsi con il death metal melodico ed un black più essenziale, arricchito dai passaggi super melodici e non su loro costruito. “Ancient Sword Of Hate” non lascia respiro, corre, assalta, avvolge… mentre “Yötuulten Kutsu” è molto più furiosa, aggressiva, pestata. La strepitosa, lunga e strumentale “Constellations” riesce a fondere del metal melodico (come quello dei connazionali Stratovarius), con un black/death potente, catchy, pieno di seducenti ed imponenti melodie scandite da una chitarra semplicemente favolosa, la quale non cessa mai di sorprendere negli oltre sette minuti di durata del brano. È un EP, giusto? Bene, allora la band ha voluto divertirsi infilandoci dentro una chicca per intenditori, ovvero la cover di “Black Moon’s Blood” dei greci Agatus (qui il brano originale), dal loro album di debutto “Dawn of Martyrdom” del 1996 (il brano era già presente nel demo di due anni prima), tanto per chiudere il cerchio, tanto per non dimenticare l’essenza del black nato ed evolutosi negli anni ’90! Alla fine nuova release per solo tre nuovi brani, riempendo poco più che un quarto d’ora di nuova musica (molto meno che nell’EP precedente): si, diciamocelo, è davvero tempo che Loitsumestari Taikakallo, Haaska e Ruttomieli inizino a concentrare le forze, evitando di disperdere le energie in varie buone ma minori pubblicazioni… in quanto le idee ci sono, la tecnica pure e alcuni brani come “Constellations” assumono un ruolo talmente dominante da far sembrare questo EP quasi un singolo affiancato da qualche filler!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10