(Sepulchral Voice Records) I tedeschi Necros Christos non hanno mai nascosto la loro passione per il doom e parallelamente quella per il death. E difatti con la loro musica hanno sempre cercato un matrimonio non facile tra le due scuole, pur con risultati apprezzabili. Certo è che con questa loro monumentale opera rischiano davvero di scrivere un nuovo genere musicale. Si perché “Domedon Doxomedon” è un mattonazzo di ben tre dischi, 27 tracce di cui la metà strumentali. Eppure l’ho ascoltato più e più volte non riuscendo mai a catalogare l’opera nel black piuttosto che nel doom. Inoltre il disco, da ascoltare rigorosamente per intero, non stanca neanche per un attimo, nonostante la mole non indifferente di materiale proposto. Anche la stessa struttura delle tracce è particolare. Ogni cd presenta tre templi, ognuno dei quali ha tre tracce, ossia una intro, una canzone centrale e una outro. Solo le canzoni centrali hanno una struttura musicale canonica, mentre le tracce che le contornano sono spesso strumentali o al massimo dei lunghi cori che fanno da apertura/chiusura. Il coinvolgimento che crea questa tipologia di struttura è di sicuro alto e pregno di aspettativa, quasi a formare un concept nel senso più classico del termine. E comunque, nelle nove tracce canoniche viene proposta una commistione di death vecchio stampo mischiato al più rozzo dei doom, per una miscela che ispira solo cattive intenzioni. Non si può dire che sia tirato come un normale album death eppure è altrettanto oscuro, non si può dire che sia lento nell’incedere come un disco doom eppure è altrettanto sepolcrale. Davvero un’opera degna di nota, capace di far ricredere chi afferma che questo tipo di musica ormai non può dare più nulla di nuovo.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10