(Tankcrimes) Nascono come trio metal-punk in California i Necrot, ma questo secondo album mostra la totale deriva death metal. Il marciume del mondo, il sostrato della nostra esistenza che raccoglie tutta la deflagrazione della società condizionata dal denaro, dal potere e da tutte quelle condizioni che impoveriscono la società stessa, colano nelle vene di questa tirata e aspra espressione del death metal più semplice possibile. Distorsioni cavernose, cupe, un clima old style annerito da qualche ruggito neo-hardcore, rendono “Mortal” un assalto privo di compromessi. I Necrot amano le andature spedite, serrate, offrono sommariamente poche variazioni tematiche per almeno metà e più dell’album, con il ritmo che pesta costantemente sull’acceleratore. Solo “Asleep Forever” e la titkle track, brano da oltre otto minuti, vedono i giri del motore della macchina Necrot meno insistenti. Sette pezzi, meno di quaranta minuti e una produzione rispettabile vista la resa finale: registrazioni con Greg Wilkinson (noto per i suoi lavori con High On Fire, Autopsy e altri) e masterizzazione di Alan Douches (ha lavorato con Cannibal Corpse, Cattle Decapitation, Mastodon e altri) al West West Side. L’artwork, notevole, è di Marald Van Haasteren.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10