(Pure Steel) I Necrytis sono la nuova creatura di Toby Knapp, che qualcuno potrebbe ricordare negli Onward (qui e qui le ultime due ristampe pubblicate dalla Pure Steel): il secondo disco di questa interessante band è indirizzato ai cultori dell’us metal più involuto e ‘complicato’. Dei sei brani in scaletta, nessuno scende sotto i sei minuti: il primo è “Starshine”, che si divide fra un chorus orecchiabile, escursioni armonizzate di chitarra e qualche passaggio più spigoloso (soprattutto nel finale). La traccia autotitolata si muove agevolmente in mezzo a partiture progressive, con interessanti cambi di tempo; il resto del disco segue senza esitazioni questa direzione heavy/prog alla Queensryche, sia con la veloce “Call us Insanity” che con la più rockettara “Blood in the Well”. Il disco culmina – e non potrebbe essere altrimenti – negli oltre tredici minuti di “Heresiarch Profane”, fra brevi passaggi rock che mi hanno ricordato addirittura i Genesis (!) e intricate partiture us metal alla Fates Warning. Per chi ama sonorità complesse, ma sempre fedeli al verbo dell’us metal.

(René Urkus) Voto: 7,5/10