(Murder Music) I No More Fear questa volta fanno sul serio. La band italiana in oltre un decennio non è che abbia fatto cosucce, ma vuoi per storia personale e sacrifici compiuti per andare avanti (tre album in undici anni, più uno split), fanno capire immediatamente che “Mad(e) in Italy” sia lo zenith della loro creatività e l’album fa pensare che finalmente ce l’abbiano fatta. A far cosa? A realizzare un album che sia un capolavoro. A registrare e pubblicare quel titolo che ti potrà rendere fiero di dire “lo abbiamo fatto noi”. “Mad(e) in Italy” si apre con una intro in seno alla prima canzone, “150 Years”, poi è tutto un crescendo e subito dopo parte a razzo la band con un death metal molto levigato e costruito anche con passaggi thrash metal. La canzone ha un arrangiamento di classe, è scorrevole e ha melodia. Soprattutto riprende tematiche sonore di tipo mediterraneo e folkloriche nel riffing. Come spesso accade di questi tempi, ascoltando i tanti lavori che arrivano in redazione, il primo impatto è sempre positivo e a volte, sempre di questi tempi, anche il secondo brano è tra i migliori. Il discorso vale anche stavolta per la successiva all’opener, cioè “Taranthell”. Si, quel titolo significa proprio quello che dice e vi avevo avvertito che la band abruzzese riprendeva nel riffing e anche nelle modalità ritmiche temi folklorici! L’arrivo del terzo pezzo è la consacrazione di uno stile: “Ass e Mazz” si presenta come una canzone marcata e di precisione. Il ritmo è di metallo, scandito a più riprese all’unisono con le chitarre, ed è contaminato da soluzioni popolari e vale anche per la seconda voce che accompagna il growl di Gianluca Peluso e va ad enfatizzare maggiormente il brano e la resa canora di Gianluca stesso. Quando “Cemento Armato” (cantata in inglese) si apre anch’essa con una intro folk e voci di popolo e dopo oltre 2′ lascia il posto al death metal, è palese che la band l’elemento musicale e culturale delle proprie radici lo ha trasferito nel tessuto stilistico dei pezzi. Non è solo l’ausilio di qualche mandolino inserito in giro a far si che i No More Fear possano fregiarsi dell’uso di situazioni folk, mediterranee o cose del genere. La stessa costruzione di una scala o di un ritmo ne risentono. Così tra contrappunti ritmici, un basso in perenne fermentazione di note e un guitarworking raffinato ma energico, nella prima metà dell’album gli abruzzesi ti fanno venire il forte dubbio che forse in Italia un lavoro del genere ancora non si è sentito in giro. Salvo poche eccezioni. “Mad(e) in Italy” si produce in ritmi incalzanti, ma soprattutto c’è una spettacolare e riuscita simbiosi tra il cantare di Peluso e le modalità di costruire e portare avanti il riffing, ed ecco che le melodie scaturite risultano essere avvincenti, oltre ad avere una struggente emozionalità. Ci riescono da soli, ma in “Immota Manet” chiedono al tenore Maurizio Pace di dare un contributo e il livello emotivo sale alle stelle. “Made in Italy” è un coinvolgimento puro, non stecca mai. Nemmeno quando in “Intrigues, Scams and Magnificent Horror” ammorbidiscono il death metal con escursioni nel thrash e nel rock o qualcosa di simile. “Southern Spirit” è un death-thrash ben studiato e che non disdegna spunti di tipo tecnico, il tutto attraverso un’atmosfera un po’ grigia . Tuttavia il fattore tecnico non mai è scartato dal resto delle composizioni. Per andare sul sicuro i NMF hanno affidato missaggio e masterizzazione a Jen Bogren (Opeth, Withcraft e altri) presso il celebre Fascination Street Studio in Svezia, a testimonianza che per rendere al meglio un album occorre curare tutti gli aspetti e le sue fasi di realizzazione. Su questo ci hanno pensato anche dal punto di vista grafico, creando un lay-out in stile antico e con una foto ingiallita della band, abbigliata tipo italiani di paese del secolo scorso. Una situazione ripresa anche dal punto di vista testuale. Si, questo album è davvero magnifico e lo hanno fatto loro. I No More Fear. Con quel titolo ora anche all’estero sapranno che in Italia si fa dell’ottimo metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10