(Nordvis Produktion) Una nuova bestia che si scatena minacciosa dai boschi della gelida e tetra Finlandia. Riff veloci, momenti catchy dal sentore epico, linee di basso voluttuose, un groove maledettamente irresistibile dentro un turbinio di violenza inaudita. Basta la opener “Kylvemme sateessa enkelten veren (We Bathe in the Rain of Angels’ Blood)”, per sperimentare di tutto: blast beats, tremolo furioso, cambi di tempo, mid tempo, senso epico, growl, scream, depravata disperazione e pure tastiere dal gusto liturgico, il tutto in un solo brano scorrevole, incredibilmente equilibrato. “Kadotuksen liekki (The Flame of Damnation)” è veloce, ti stordisce, ti pugnala… prima di abbandonarsi lascivamente dentro un altro mid tempo appartenente ai primi vagiti della musica estrema, del thrash d’annata. Misteriosa, teatrale, folky e molto originale “Noitilaan (To Noitila)”. “Langennut (Fallen)” è black di pregiata fattura, intensa, tagliente, ricca di lacerante melodia, di accelerazioni devastanti e molto estremiste… prima di quella maestosa divagazione tribale, mentre “Ikuisuuteen tuomittu (Doomed to Eternity)” è concepita solamente per torturare irrimediabilmente le vertebre. Album molto carnale, personale, intenso, puro… specie se consideriamo che è stato registrato in un cottage disperso in qualche foresta del nord: equipaggiamento minimalista, una vecchia sedia in pelle come cassa della batteria, chitarre acustiche registrate fuori nei boschi, tre microfoni, nessun metronomo e testi -scritti in condizioni mentali instabili- che parlano di oscurità, adorazione del diavolo, culti della morte, folklore finnico. Romanticismo decadente, legami tra forze demoniache e il portento degli eventi della natura, il tutto nella pace idillica di quello scenario incontaminato che si vede in copertina. Forse l’album black metal più diabolicamente puro ed malvagiamente incontaminato del 2023!

(Luca Zakk) Voto: 9/10