(Prime Collective) L’hardcore è un genere tanto elementare quanto diretto, con le sue liriche rabbiose e un’incazzatura perenne in ogni strumento, ugola compresa. Purtroppo a mio parere il genere si è snaturato col tempo, diventando via via troppo leggero e troppo appetibile alle masse. E questo gruppo di Copenhagen non si discosta da questa tendenza. In particolare, il cantante è troppo preso dall’assomigliare alla voce degli In Flames per esprimere veramente qualcosa di personale, le chitarre sono veramente poco incisive, mentre la parte ritmica fa si il suo dovere ma non lascia mai davvero il segno. Insomma, poca sostanza e soprattutto poco carattere per un genere trito e ritrito, che tenta di vivere di un successo ormai passato ed esaurito. La prova sono i ritornelli della maggior parte delle composizioni, veramente scialbi e senza mordente, capaci di far sorridere a l primo ascolto e nulla più. No, non ci siamo proprio…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 5/10