(Svart Records)un tempo cc’erano i metallers In Solitude, svedesi, i quali si sciolsero cinque anni fa. Dalla line up della band emergono i due fratelli Åhman (Pelle, vocalist e Gottfrid, basso) che intraprendono un nuovo viaggio, un viaggio chiamato Pågå che si lascia andare a sonorità occulte, prog, psichedeliche, pubblicando questo debutto con la finlandese Svart Records. Sembra un po’ la strada degli ex In Solitude quella di finire nell’etichetta nordica, in quanto anche Henrik Palm (chitarra) e Uno Bruniusson (batteria) sono in qualche modo finiti in Finlandia con altri progetti successivi. “The Evil Year” è un album strano, con sonorità diverse e diversificate, appartenenti al rock ma anche da esso molto lontane, musica difficile da collocare temporalmente in quanto una impostazione vintage si affianca a teorie futuristiche e moderne. “The Evil Year” è un pop psichedelico (e la copertina disegnata da Pelle con layout di Erik Danielsson dei Watain, porta esattamente in quella direzione…), ricco di tendenze noir, pregne di mistero ed oscurità, ma ben lontane da concetti definibili come doom o musica pesante. C’è molta melodia, ma anche molte dissonanze, molto noise ed una generale impostazione deliziosamente teatrale… quasi una recita, quasi una serie di atti di un teatro decadente illuminato da sole candele anziché i potenti fari di un palcoscenico. Cosmo profondo con la lunghissima e sorprendente “Stellar Vermin”, vintage pop drammatico con “Enter”. È ambient destabilizzante “By Ends Great Glitter”, si saltella tra epoche surreali con “Wholly Gone”, mentre “Wet Star” è tanto spaziale e noise, quanto liturgica e provocante. Sensualità siderale su “Meshes In The Wild Lock”, rock malinconico su “Water Strider”, imprevedibile folk con “Olili”, prima di altro rock dal sapore alternativo sulla conclusiva “Storm”. Ma che musica fanno i Pågå? Domanda difficile. Potremmo definirla come punk alternativo e post apocalittico, un viaggio sotto l’effetto di potenti narcotici dentro dei bunker post atomici, un amplesso sonico tra Hawkwind, Bowie, Morphine e le tenebre più profonde. Per fortuna i due fratelli descrivono il loro nuovo progetto… anche se in maniera alquanto ambigua: “Seguendo un grande desiderio di incontrare l’ignoto e di esplorare lo sconfinato che dimora dentro di noi, questo disco è nato, nelle mani di uno spirito ribelle. Ci auguriamo che questo possa essere un gran intrattenimento, un cattivo nemico, uno strumento ed una sfida”. Ecco, basta ascoltare anche una sola volta questo album, anche una sola canzone per accettare l’invito che gli Åhman aggiungono alla descrizione: “Entrate! Coinvolgetevi!”.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10