(Autoproduzione) Album di difficile classificazione questo “Endetid”, debutto dei norvegesi Paradogmata, band che rifugge da categorizzazioni, definendo il proprio sound come ‘Metal for the schizophrenic’. La base di partenza è una commistione tra thrash, death e black, ma dentro ad una singola canzone si possono trovare brevi fughe jazz, partiture melodiche e soluzioni completamente spiazzanti ed inaspettate. L’opener “Endetidsbundet” parte oscura, con una voce baritonale che si trasforma in un growl su un mid tempo stoppato che presto lascia il posto ad una cavalcata maideniana, per poi cambiare nuovamente, accelerando e virando verso dissonanze black che lasciano il posto alla solista che macina scale orientali mentre la ritmica pesta con riff di matrice death. “Seven Curses for the Deathly Pale” sembra inizialmente muoversi sui binari più tradizionali del thrash cadenzato ma poi a metà parte un coro melodico doppiato dalle chitarre che precedono un intermezzo acustico dal sapore jazz. “The Princes in the Tower” rimescola nuovamente le carte, con clean vocals e melodie che si collocano tra Iron Maiden e Alter Bridge. Un album che non conosce confini, dominato dalla totale libertà espressiva ed un bel po’ di follia.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10