PREMESSA: Questo disco è già stato da noi recensito (qui). Ma, scrivendo per passione, ammettiamo -a volte- delle seconde opinioni. Spesso contrastanti, a conferma che l’arte è soggettiva, forse una delle sue caratteristiche più pure.

(SGW Productions) Sono una persona con un senso dell’umorismo demente, decadente, sarcastico e privo di rispetto, quindi è per me impossibile resistere al fascino di una band assurda come gli inglesi Peosphoros. O forse LE inglesi Peosphoros? Musicalmente siamo davanti ad un black/death metal isterico e folle. Ma questa è solo l’apparenza… perché questi/e Peosphoros sono tra le cose più folli e genialmente prive di senso che io abbia visto, secondi -per ironia- forse solo agli Steel Panther. Loro si definiscono una band di metal rosa, interamente composto da transessuali LGBTQMN, strettamente politicamente… corretti! E tengono a precisare di essere i primi transessuali in una band di metal estremo. Ignoro se questi siano veramente degli ‘ex maschi’ (non intendo verificare) o se sono dei pazzi scatenati con un senso dell’umorismo vicino alla totale demenza. Resta il fatto che in sei brani di buon metal estremo, a tratti anche molto catchy spesso farcito da ottimo screaming e ottimo growl, ma sostanzialmente mentalmente sballato, inseriscono dei samples vocali rigorosamente con voce maschile effeminata… delle spoken vocals che raggiungono una decadenza con lo stile dei più squattrinati B movies… considerate che il disco apre più o meno dichiarando, con voce effeminata, il seguente concetto di prelibato livello spirituale: -quanto ero una piccola ragazzina, ho sempre sognato il cazzo di mio padre… così grosso… ma quando ho ho scoperto che mio padre è gay e scopa con il suo personal trainer… gli ho detto ‘e che cazzo, papà!’-. Ecco quando un disco inizia in questo modo ci sono due strade: o lo gettate nel cesso… o ve ne innamorate perdutamente. Gusti sessuali a parte, io scelgo la seconda strada! Viviamo in un mondo troppo serio, troppo arrabbiato, troppo violento, pieno di rancori e forme d’odio. Una band come questa diverte, fa casino, pubblica video assurdi (fatevene una idea qui), suona decentemente e, senza peli sulla lingua (‘momentaneamente’, cit.) urla (o eroticamente sussurra) nei microfoni delle schifezze devastanti, sesso estremo gratuito e meravigliosamente aberrante. Il lato schifoso dell’umanità preso per il culo senza pietà e mettendoci la faccia (con pesante make up, ovviamente). Tre finte zoccole, che si spacciano per bombe erotiche ex membro-munite, offendono e rifiutano ogni rispetto cantando brani volutamente antipatici quali “Prostitutes Must Die In Genocide”, “Rape And Kill Animals Attack Women” o “Multiculturalism Is Genocide”. Trovo la cosa semplicemente geniale. Superbamente geniale! Specialmente il fatto che i soldi ricavati da questo album verranno, secondo le dichiarazioni della band, dati in beneficenza… ovviamente una beneficenza strettamente di parte, profughi siriani e liberazione della Palestina… tanto per ricevere complimenti da alcuni e sputi in faccia da altri!

(Luca Zakk) Voto: 8/10