(Autoproduzione) Ad un anno dall’ultimo sulfureo EP (recensione qui) questo progetto canadese torna, debuttando sulla lunga durata. Se l’anno scorso le informazioni relative alla band erano scarse, ora c’è più consapevolezza e voglia di mettersi in mostra, tanto che quel che era una one man band è ora un duo, composto sempre dal mastermind RM (di origine polacca, ex bassista degli Azarath), questa volta affiancato dal misterioso vocalist JC, il quale secondo i credits è anche co-compositore dei brani. La nuova collaborazione porta ad una interessante evoluzione dei Plague Weaver, i quali abbandonano parzialmente la dominante ed inquietante lentezza del doom, arricchendo i brani di riff più aggressivi, ma anche di melodie ricercate e una interessante variabilità sempre e comunque con lo stile originale come comune comune ascendente, di fatto facendo un marcato passo avanti… pur mantenendo una specie di firma identificativa. La opener “Nothing Is Sacred” è oscura, vagamente gotica, generalmente lenta ma con un accelerazioni brusche in perfetta chiave black, con linee vocali selvagge ricche di rabbia, verso un finale dal sentore rituale. Violenta ma anche profondamente tetra “Lay Fire”, “Blood Runs Not” è un mids/slow tempo invitante ed ipnotico, ricco di spunti death metal, dominato da un’eccellente chitarra, con linee vocali contorte e devastate. Quel groove che conduce dal blast beat al mid tempo di “Seek to Betray” è veramente d’effetto, mentre appare teatrale “Upheaval and Arson” grazie a quelle linee vocali variegate e crudeli. Il doom lacerante delle origini torna con “…of Quivering Doves”, curata e ricca di dettagli “Deicidal Usurper”, prima della conclusiva “In Exitium Caeli”, altro viaggio nel buio più impenetrabile reso ancor più affascinante da una atmosfera gotica che si contrappone alle vocals disumane. Con testi in chiave fiction scritti da JC ed orientati a filosofie e punti di vista satanici, questo lavoro coinvolge, stimola, attrae, materializzando inferi e meandri oscuri i quali emanano un vento gelido, pregno di malevolenza, di ira senza limite e di immonda crudeltà.

(Luca Zakk) Voto: 8/10