(Century Media Records) Album numero quattro con mister La Torre alla voce… eh sì, è già una decade che i nostri hanno trovato la loro alternativa a Tate. La Torre, un cantante possente, chiamato al compito gravosissimo di sostituire una voce unica e irripetibile, mentre il gruppo stava cercando di ritrovare sé stesso dopo essersi smarrito. Ma “Digital Noise Alliance” sembra voler spazzare via ogni dubbio, rischiando, almeno nella traccia di apertura, di diventare il miglior album dei ‘Rÿche con questo cantante. Ormai la formazione è stabile, amalgamata, libera di poter sfruttare a pieno le potenzialità del giovane cantante, sempre sul pezzo e completamente a proprio agio nelle composizioni. L’album fa pericolosamente riferimento ai grandi fasti di un tempo, riprendendo sonorità addirittura riferibili ai primissimi lavori della carriera. Gli anni ’80 si possono respirare in ogni brano, senza cercare di strafare, ma sempre con il volere di suonare dell’ottimo prog. Verso metà disco, si comincia ad intuire che si è di fronte ad un lavoro davvero molto buono, che sarebbe etichettato con ben più altisonanti epiteti se forse stato scritto da un qualsiasi altro gruppo. Logico che da questo gruppo ci si aspetta sempre il meglio, e per una volta i Queensrÿche non deludono in tal senso, con un disco che pur non osando, si colloca su standard molto alti. Ecco, se dovessi trovare un difetto, mi manca un loro concept propriamente detto, qualcosa che avvolga con una storia sottostante… ma qualcosa mi dice che la strada imboccata con quello che sembra davvero un nuovo corso del gruppo potrà portare a delle piacevolissime sorprese nel prossimo futuro.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10