(Ashen Dominion) Dodicesimo album per la one man band ucraina, nella quale Astaroth Merc infonde sonorità parzialmente vicine ai primissimi Cradle Of Filth, ai Covenant oltre a un canovaccio sonoro definibile avant-garde ma soprattutto pesantemente influenzato dal doom e dal gohtic. Un sound solenne nel quale lo scheletro è l’alternanza tra parti robuste, possenti e altre appunto epiche. Raventale rappresenta un decente compromesso tra melodia, potenza e irruenza del metal. Il tema portante è, come nel caso del predecessore di tre anni fa, gli eventi celesti, il cosmo e i suoi misteri e dimensioni. Lungo il corso di “Planetarium II” il sound attraversa si diversi generi e soluzioni, però arriva a toccare riff di natura epica che farebbero gola anche ai Nile oppure ad Amon Amarth, senza contare certe atmosfere lugubri o malinconiche vicine ai My Dying Bride, come nel caso di “The Moon In The Seventh House”. L’album è una lunga riflessione, un lungo sogno, un qualcosa che setta la mente sia verso la narrazione che il viaggio. Black-doom metal descrittivo, evocativo grazie anche all’uso di synth che donano ulteriore profondità ai pezzi e alle atmosfere.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10