(Avantgarde Music) Dea e A.B.R., le due menti dietro questo progetto, sono in combutta da un paio di decenni. Hanno suonato black metal in varie band disperse tra Francia e Belgio (i loro paesi di origine) ma solo ora si riuniscono per convergere le loro molteplici influenze in questo debutto, tasto aggressivo, quanto atmosferico, tanto brullo e siderale, quanto caldo ed emozionale. “Une Main” contiene black in molteplici forme: quello tipicamente francese, quello pulsante e tetro del nord, quello atmosferico e ricco di ambientazioni che fanno percepire quel soffio gelido lungo la spina dorsale, giungendo anche a teorie dark wave remotamente influenzate da spunti folk. La opener “Des Rêves Sales” svela immediatamente la maggior parte degli ingredienti del suono dei Remah: atmosfera e desolazione chimica, sfuriate e mid tempo black, aperture scenografiche delicate e suggestive, capaci di offrire quelle tenebre ricche di melodia tipicamente dark wave. “III” abbraccia un’acidità industriale, la quale nasconde manufatti melodici, crescendo galoppanti, parentesi in qualche modo legate a tradizioni culturali antiche, verso un finale che incrocia depressione ad esaltazione trionfale. Si scende nel profondo di ignoti abissi siderali con gli effetti ed il noise di “Les Marais”, abissi che poi emergono trionfali sulla contorta “La Gueule Ouverte”, un brano lento, marziale, un intelligente incrocio tra ritmi ed elettronica, l’anticamera di uno scenario senza vita, un’eterna condanna, una dannazione perpetua poi convertita in supremo caos dalla conclusiva “Premier Spasme”, traccia nella quale inferi e cosmo si fondono, carne ed elettroni si uniscono, natura selvaggia e violenza meccanica si accoppiano in un amplesso devoto ad una perversione sonora pura. Emergono dal nulla i Remah, compaiono lungo il percorso all’improvviso, come una presagio, una brusca tragedia, come una lama fuoriuscita come un lampo dalle tenebre per fendere la carne, per negare una vita. Una maledizione. Un sortilegio. ‘Una Mano’ che non offre salvezza, una mano che spinge con energia verso l’assenza di luce e la negazione dell’aria di un tenebroso, attraente e seducente ignoto.

(Luca Zakk) Voto: 9/10