(Saturnal Records) Il black metal di questo gruppo finlandese è molto pittoresco, quasi confusionale. Il cantato è tanto personale e assieme ai riff diretti e veloci sembra appartenere più al thrash vecchio stampo che al black propriamente detto. Sia chiaro, sono solo reminiscenze, ma la differenza con la stragrande maggioranza del resto del black è palese. Ne consegue che i nostri si avvicinano a produzioni un po’ più personali e meno scontate, come alcune sonorità che ricordano i primi Darkthrone anche se già viranti al black ‘n’ roll più maligno. Il suono, sublimemente inciso in chiave live, è molto sporco eppure raffinato nella sua semplicità. La sensazione che si ha fin dalle prime note è che si sia di fronte ad un disco dal vivo più che una registrazione di inediti. Questo dona all’intero lavoro una patina vintage niente affatto male, sembra quasi di stare di fronte ad un disco dei primi anni novanta. Con il passare degli ascolti comunque, l’idea che i nostri facciano death/thrash piuttosto che black aumenta esponenzialmente, lasciando solo al logo del nome e alla splendida copertina rivelare le loro reali intenzioni musicali. Un disco completo e ben scritto, che non raggiunge mai vette compositive inaudite ma con il pregio di essere realmente controcorrente con quanto prodotto in questo periodo.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10