copseether(Spinefarm Records/Universal) Primo approccio totale, cioè di un intero album, da parte di chi scrive, verso i Seether. Prima volta di uno ascolto che debba produrre un testo scritto e dunque un’analisi non superficiale di un album di questa fresca e melodica band del Sud Africa. Il retaggio grunge è davvero pressante nel sound dei Seether. La loro derivazione è concretamente questa, eppure non è la sola. “Suffer It All” ricorda i System Of A Down, sia per sonorità che per alcune pieghe del cantato. Tanto per fare un esempio. Nonostante questo lo scenario di “Isolate and Medicate” è francamente allegro, frizzante. Un alternative metal e rock con tanta melodia, chitarre dure ma non seriosamente metal e una sezione ritmica eccellente. Il tutto graffia e assesta colpi tra trame neo metal, punk, post grunge e un leggero pop che inevitabilmente serpeggia e carica di fruibilità i pezzi. Spensierati ma concreti, energici, ma dal tocco pulito, i Seether forse si proiettano ad essere non più una realtà, ma una concreta presenza nella scena mainstream. La dimostrazione di sapersi giostrare tra brani simil-docili, vedi l’esempio alla Nickelback di “Keep the Dogs at Bay” (non l’unico esempio), o d’impatto, la già citata “Suffer It All” oppure “Watch Me Drown” e i suoi risvolti pop e un po’ punk insieme, l’accattivante “Same Damn Life”, alla fine riduce ogni aspetto dei Seether a qualcosa di altamente fruibile al di là degli umori del songwriting. La band si dimostra padrone della propria materia e spariglia sul tavolo una serie di carte vincenti fatte di melodie, senza dubbio, ma non da meno di una costruzione canora, del riffing e dei ritmi coinvolgenti.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10