(Rockshots Records) Sull’esempio degli Aria, che da qualche anno si sono lanciati sul mercato dell’Europa occidentale, i russi Selenseas ri-registrano una versione inglese del loro debut del 2017, e la nostra Rockshots Records si incarica di distribuirlo ad ovest. Il power dei sovietici è fluido e interessante: al netto della intro i brani in scaletta sono dieci (con due presentati in due versioni). “Hope” non sceglie mai la strada più facile grazie ai vaghi accenni di prog a quel sound retropower che fa pensare alla fine dei nineties… ottimo inizio! “Frigate” aumenta la (positiva) epicità sinfonica, mentre “The Revenge of the Ifrit” è un mid-tempo dalle ammalianti tonalità mediorientali (non potrebbe essere altrimenti, dato l’argomento del brano) e dotato forse del miglior refrain del disco. Ha un piglio drammatico “Dante”, incalzante e con un ottimo gioco di tastiere “The Flame of Dawn”; di “The milky Way”, uno dei pezzi presenti in due versioni, convincono anzitutto i cori. Dark Moor di metà anni 2000, Dragonland, Ancient Bards e naturalmente i nostri Rhapsody of Fire dell’ultima fase possono essere buoni orientamenti per definire il sound di questa band: se questi nomi rientrano fra i vostri ascolti abituali, dovreste dare una chance ai Selenseas!

(René Urkus) Voto: 7,5/10