copSevenThatSpells(Sulatron Records) Pura pazzia psichedelica per questo secondo album di una trilogia iniziata con “The Death And Resurrection Of Krautrock” (del 2011). Una band strana, deviata, in giro dal 2003 con oltre una decina di album all’attivo. Il progetto ha origini croate, anche se i suoi membri -specialmente live session- sono stati tanti (oltre 60) con origini molto variegate. La musica è esaltante, è prog, è jazz, è psichedelico… è un qualcosa che assume una propria forma, che da immagine al suono, che crea atmosfere, le distrugge, le rimodella per crearle nuovamente, con nuova immagine e forma. L’album è criptico, le linee vocali sono rare, sporadiche, corali, appena accennate per esaltare ulteriormente un feeling tribale, rituale, un qualcosa che fa pensare ad terre remote, lingue antiche, riti dimenticati, spiriti poderosi. Le cinque tracce, alcune molto lunghe (si passano i 18 minuti!) sono capitoli di un messaggio sonoro e spirituale unico, capace di unire jazz e prog con il dichiarato krautrock, grazie al feeling elettronico annegato tra un sublime uso di chitarra, basso e batteria. I musicisti sono decisamente fantastici, capaci di creare qualsiasi fraseggio, qualsiasi gioco ritmico, qualsiasi progressione, coinvolgendo l’ascoltatore con atmosfere tetre e ripetizioni ipnotiche meravigliose. Quarantasette minuti da sperimentare, godere. Quarantasette minuti di follia, di passione, di amore, di odio, di paura ed esaltazione sensoriale. Quarantasette da vivere intensamente.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10