(Holy Fail Records) Rock esplosivo ma con una tinta oscura che tuona dalla Svizzera. I Sooma hanno energia, hanno potenza, sanno iniettare quella dose di schizofrenia nella musica, la quale però è tutta sostanzialmente tetra: basso molto esaltato, melodie e chitarre sempre espresse con una ombra, dentro un a certa intensità di foschia. Se sembrano oscuri guardandoli dal punto di vista del rock, allora basta cambiare prospettiva e ci si rende conto che i Sooma sono una versione più luminosa e punk-rockeggiante dei grandi Morphine: è impossibile non sentirci una specie di continuità ed evoluzione stilistica, ascoltando questa release omonima del trio svizzero. Si scatenano con “Uncle”, ma è proprio la canzone di apertura che rivela la similitudine appena citata. Il vocalist spazia tra il tetro blues e l’euforico deviato punk, regalando personalità allo stile della band. Rock devastato con “Kneel”. Più rock ma anche più riflessiva “Belgrade”. “Joy” è allegria intenzionalmente sotto tono. Malinconia blues e potenza grunge con “Falling Apart”. Dark punk con la breve, caotica e feroce “Cut It Out”… un punk che sfiora anche i Ramones puntando all’hardcore sul singolo “Karoshi”. Ancora tenebre, con deviazioni prog-industrial sulla conclusiva “Hesistaiton”. Album strano ma piacevole. Un album che attira, mettendo in atto qualche strano sortilegio sonoro; ci sono suoni ed arrangiamenti in “Sooma” che hanno un potere mistico contorto: non è un album che piace in senso generale del termine, ma è un album decisamente attraente che invita all’ascolto multiplo!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10