copsorrowspath(Iron Shield) La storia dei Sorrows Path è decisamente drammatica: a causa di un incidente, il co-fondatore e chitarrista Kostas Salomidis ha rischiato di restare paralizzato, e la band ha avuto un break di oltre cinque anni. Questo spiega perché, a venti anni dalla fondazione, la formazione ellenica abbia pubblicato soltanto due dischi, “Doom Philosophy” compreso. Tuttavia, nonostante la massima comprensione per queste vicende, il disco non mi sembra granché convincente – e questo a partire dalla fin troppo semplice copertina. Con “Tragedy”, subito dopo l’intro, siamo in presenza di un doom dai tocchi gotici, ma – parere personale – non mi convince troppo il cantato un po’ stiracchiato di Angelos Ioannidis. Più avanti in scaletta, è sempre la linea vocale cantilenante a non persuadere in un pezzo ben strutturato come “Clouds inside me”. Anche le voci femminili di ‘fantasmi’ in “A Dance with the Dead” sono un po’ stucchevoli; molto meglio “Everything can change”, audace e mutevole, dato che passa da momenti gothic doom ad altri quasi power e quasi sullo stile degli Iced Earth. Cangiante anche “The King with a Crown of Thorns”, che potremmo ritenere la power ballad del disco e che contiene anche passaggi di chitarra flamenco. “Epoasis” è finalmente più dura, con il riff alla Candlemass d’annata che mancava al disco; con un grintoso strumentale (tranne per l’urlo “Eternal!” nel finale) dal titolo stranissimo, “Damed (O)fish-L.S.D.”, si chiude un album che a mio giudizio avrebbe potuto dare di più. Non siamo in presenza di un fallimento, ma gli aspetti da migliorare mi sembrano molti.

(René Urkus) Voto: 6/10