(Godz Ov War Productions) Formazione death-black metal di lungo corso quella polacca chiamata Stillborn che approda per la prima volta in redazione. In attività dalla seconda metà degli anni ’90 con questo “Cultura de la Muerte” la band arriva al sesto album in carriera. Per quanto siano tutti polacchi i membri del trio che formano i Stillborn, hanno sempre usato nomi spagnoli per i loro full length, un’idea pittoresca per dei titoli sempre di un certo effetto. Titoli che lasciano presagire il corso anticristiano delle tematiche dei testi che dunque si sposa perfettamente per questo miscuglio di estremismo sonoro di blackened death metal. Irruenze black metal in un tessuto degnamente death metal dal passo svelto ma possente e con un certa dose di groove che rende comunque il tutto più oscuro, brutale, oppressivo. Per quanto la band scelga un look che lascia presagire il black metal nei loro contenuti, essa invece possiede un forte senso del death metal suonato in maniera estrema, sferzante e con tre musicisti che appaiono sicuri di se stessi. I brani presentano qualche riff d’introduzione che entra subito in circolo nel sangue e a seguire parte una scarica di violenza quasi brutal death metal. Un canovaccio collaudato e con accelerazioni successive che porta la band ad un livello quasi black metal. I tre sono pesanti, il loro sound è oscuro, massiccio e anche il basso di Hunger diventa un orizzonte che si aggiunge alla profondità di questa tempesta d’estremismo.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10