copsunburst(Inner Wound) Con il loro esordio, gli ellenici Sunburst confezionano un’opera solida, anche se ben poco innovativa: “Fragments of Creation” potrà piacere a chi vive di pane e prog metal, ma difficilmente finirà in altre mani… Molto alla Nevermore la opener “Out of the World”, con quei chitarroni ribassati così caratteristici della band di Warrel Dane. Prevale invece la melodia in “Dementia”, ma per avere una vera power ballad dobbiamo attendere l’accorata “Lullaby”. Si fa apprezzare – e non è cosa consueta, in dischi di questo tipo – il terremotante strumentale “Beyond the darkest Sun”, mentre è radiofonica e sorniona, con il suo tocco leggero, “Forevermore”. I passaggi più tosti li abbiamo con “Break the Core”; come è facile attendersi il disco si chiude con una suite di dodici minuti, “Remedy of my Heart”. Dopo una apertura cinematografica, il brano procede in modo molto solenne e impostato, con momenti assai carichi; solo nel finale arriva una melodia che scioglie le tensioni. Sia chiaro, non ho nulla contro questi greci e la loro immagine molto accattivante, ma credo semplicemente che sia difficile vederli uscire dal calderone.

(René Urkus) Voto: 6,5/10