(Fastball Music) Immaginate la NWOBHM, mista al power rock e all’attitudine tedesca di rendere l’heavy epico. Avrete, sommando ogni fattore, la cifra stilistica dell’esordio dei Syrence di Stoccarda. Dodici canzoni che riescono tutte, si sottolinea tutte, a fissarsi nell’animo dell’ascoltatore. I Syrence suonano in maniera pulita e ordinata, forse anche troppo, complice una produzione millimetricamente bilanciata. Il basso di Fritz Jolas è messo in evidenza, ma non supera nei livelli le fiammanti chitarre di Schlosser e Rakholz, bravi anche nell’eseguire dei memorabili assoli. Appunto l’heavy metal, ma non da meno l’hard rock e il rock nella sua maniera più solenne, sono i segni che contraddistinguono le canzoni. “Your War” è riff somministrato a profusione, con un leggero eco di Ritchie Blackmore, “Freedom Fire”, “Seven Oaks” dal retaggio Black Sabbath era R.J.Dio, ”Symphony”, dalle tinte Scorpions, “Evil Force”, sono alcuni dei momenti più intensi di un album che si ascolta con coinvolgimento e qualche puntuale riflessione sull’operato dei musicisti. Johnny Vox è al microfono con padronanza, accompagnando la musica o facendosi supportare senza mai strafare. L’album perfetto? Per quanto questi figli della Svevia siano ancorati a schemi classici ma senza apparire necessariamente old style, sono bravi a tirare fuori qualcosa di buono incrociando rock e hard & heavy. L’altro aspetto positivo è, ma lo si ripete, l’avere inciso dodici canzoni che funzionano tutte. “Freedom in Fire” per poco non arriva a un’ora, un lasso di tempo piuttosto ampio. È pur vero Però che se i Syrence avevano le canzoni dovevano pur farle sentire!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10