(Dark Essence Records) “Avvik”, ovvero ‘deviazione’, qualcosa che cambia direzione e fuoriesce dal ‘normale’ percorso. Su questo concetto, con in mano un pugno di brani che in qualche modo non sono mai finiti in alcun album, Hoest ha dato vita ai tre split usciti tra il 2020 ed il 2021, split con Whoredom Rife, Deathcult ed Heleim. Ed ora, per spingere quella deviazione oltre, ecco tutti quei brani, solo quelli dei Taake, racchiusi in un’unica pubblicazione. Mossa commerciale? Non esattamente. Prima di tutto per i fans dei Taake, non è certo una cattiva idea avere quei sei brani raccolti tutti assieme. Inoltre, queste versioni hanno subito un remaster più in linea con il formato digitale e CD, visto che gli split erano in vinile… ma le chicche non finiscono certamente qui! La prima perla, quella che rende l’edizione qualcosa di originale, è una favolosa versione acustica di “Nattestid ser Porten vid I” (brano tratto da “Nattestid ser porten vid” del 1999) eseguita dal chitarrista live della band, Gjermund Fredheim (Orkan): le due versioni sono così lontane, ma magicamente così vicine, così ricche di suggestione… un’esperienza d’ascolto unica. L’altro regalo è un’ulteriore variante di una delle cover eseguite dai Taake per gli split, ovvero quella contenuta su “Pakt” (con i Whoredom Rife), “Heartland” dei Sisters of Mercy. Se la versione dello split aveva un gusto malato e deviato, totalmente demoniaco, in questa nuova variante di maggiore durata, troviamo uno stupendo assolo di sassofono eseguito dalla bravissima Dr Mikannibal (Mika Kawashima) dei blacksters giapponesi Sigh, una aggiunta deliziosa che rende il brano ancor più tagliente, più eccitante, più travolgente. Una release che chiude un cerchio, che mette la parola fine alla trilogia scandita da “Pakt” (qui), “Jaertegn” (qui), e “Henholdsvis” (qui). L’epilogo di un percorso, di un viaggio. L’inizio del prossimo. Un rituale che completa la scia del settimo sigillo, puntando all’ottavo. Al prossimo disco.

(Luca Zakk) Voto: 8/10