(Cargo Records UK) Quando ho letto i nomi coinvolti per il debut di Tara Lynch, detta Gui-Tara, chitarrista e cantante statunitense, mi sono aspettato grandi cose: senza che la lista sia completa, fra gli ospiti ci sono Vinny Appice, Mark Boals, Tony MacAlpine, Glenn Sobel… eppure questo disco di hard’n’heavy con qualche venatura metal finisce per non convincere del tutto. I brani non sono male presi in sé, ma costituiscono un insieme un po’ esile… Si parte subito con la titletrack, ritmata e carica, e anche “Antidote” preferisce essere incalzante e sofferta piuttosto che veloce. Hard’n’heavy di sostanza con “Kringeworthy”, altro mid-tempo cadenzato fatto per le vocals in crescendo di Tara, capace di modulare molto bene la propria bella voce. “Gui-Tara rises” è uno strumentale dal taglio doom forse un po’ fuori parte; un po’ di verve old school la troviamo soltanto in “Unbreakable”. In scaletta peraltro ci sono decisamente troppi strumentali… una mezza occasione perduta, per un album che finisce per suonare stranamente ‘lento’ e certamente non esprime il proprio potenziale.

(René Urkus) Voto: 6/10