(The Dead Daisies Pty Ltd. / SPV) Nel treno di David Lowy, sul quale salgono e scendono in continuazione vari passeggeri illustri, sembra che Doug Aldrich abbia ormai un posto d’onore; ma la bella notizia è che pure il leggendario Mr. Glenn Hughes (Deep Purple, Black Sabbath) sembra finalmente sentirsi comodo in quella prima classe dove pare abbia trovato la band giusta per lui, visto che siamo già al secondo disco con la sua figura in pianta stabile a basso e microfono! Poi ci sono quei passeggeri che ritornano per un nuovo viaggio, come il mitico Brian Tichy (Whitesnake, Ozzy, Derek Sherinian, Billy Idol, ecc.) che si piazza nuovamente dietro le pelli, come ai vecchi tempi, mentre questo treno continua a correre furibondo, sbuffando senza sosta, con un incedere tale da rendere impossibile ogni fermata, anche quelle d’emergenza! Rimanendo con la formazione a quattro, come il precedente “Holy Ground” (recensione qui) i Dead Daisies scuotono la terra con un altro album mostruoso, sexy, provocante, dannatamente potente… confermando il mito secondo il quale Lowy & Co. non sbagliano mai colpo! “Face Your Fear” mette subito le cose in chiaro, con Glenn che ricorda a tutti la forza della sua ugola; “Hypnotize Yourself” con il suo incedere southern offre una chitarra che fa sognare, mentre con “Shine On” il peso del macigno diventa immenso, grazie ad un brano heavy che un po’ ricorda i Black Label Society… cosa che appare anche sulla mazzata rappresentata dalla favolosa title track, una canzone coronata da un ritornello esaltato dallo stupendo stile vocale di Glenn. “Born to Fly” è cadenzata, sicuramente heavy ma anche più sognante con quel ritornello nel quale voce e basso che si inseguono generano puro erotismo musicale. Groove oscuro ed introspettivo con “Kiss The Sun”, scorre fluidamente “Courageous”, con i suoi arrangiamenti frizzanti ed un refrain indimenticabile. Pulsazioni seducenti con “Cascade”, luminosa “Not Human”, prima dell’epilogo, ovvero un altro orgasmo rappresentato dai tre minuti e dieci secondi di “Roll On”: pura emozione, pura energia, totale sensualità sonora, un sublime abbinamento di orchestrazioni e soul, di rock classico con la voce di Glenn e di heavy che tende alla modernità, lasciando comunque spazio per una divagazione dei fiati. Musica intensa, avvolgente, curata in ogni dannato dettaglio. Dietro una copertina che accieca, “Radiance” è forse il migliore album della band: groove senza limiti, musicalità immensa, melodie irresistibili ed una potenza di fuoco destabilizzante. Dieci brani. Praticamente dieci maledetti singoli!

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10