(Cyclone Empire) Sonno catatonico durato 53 anni. Un sonno di tortura, violenza, malvagità. Un’accusa pesantissima. Pazzia allo stato puro. Un bagaglio di misteri, morti, accuse, condanne. Un risveglio improvviso. Assurdo scherzo del signore del tempo. Pazzia che si somma alla pazzia. Terrore. Ispirata alla Miskatonic University di H.P.Lovecraft, questa storia, scolpita nelle tracce del secondo concept album marchiato Grotesquery, racconta il terribile scherzo del destino riservato a Mason  Hamilton, il quale è solo sopravvissuto ad una misteriosa spedizione dell’università, e per questo condannato e rinchiuso come pazzo per cinque decenni, passati in uno stato comatoso, irreale condizione catatonica infestata da terribili incubi. Oggi: Mason si risveglia. Non è invecchiato di un solo giorno. Cosa nasconde? Cosa è successo cinquant’anni prima? Quali sono i terribili segreti che nasconde? La voce di Kam Lee (Bone Gnawer, Ex-Massacre, Death/Mantas, Denial Fiend), sempre in instabile equilibrio tra il violento devastante ed il sepolcrale marcio racconta la verità di Mason, rinchiusa, con lui, nei meandri di un labirtinto collocato tra coscienza e pazzia, tra luce ed oscurità, tra vita e morte. A differenza del precedente lavoro (del quale questo “Tsathoggua Tales” ne è la continuazione) il concept esiste solamente a livello lirico, mentre musicalmente siamo di fronte ad undici pezzi di potentissimo death metal, diretto, brutale, molto tecnico, molto ben concepito e caratterizzato da un terribile istinto omicida. Rogga Johansson (Paganizer, Ribspreader, Bone Gnawer, Ex-Edge Of Sanity, Deranged, Demiurg…) è la mente perversa che ha creato i massicci riffs, tutti estremamente violenti, malvagi, devastanti (sentitevi “Gaze of Ghatanathoa (I Had a Nightmare)” o “Entrapped Within Atlach-Nacha’s Web”).  Con Johan Berglund al basso e Brynjar Helgetun alla batteria, i Grotesquery danno genesi a quarantasette minuti di death metal di altissimo livello, distruttivo, violento. Roba da maestri del genere. Un supergruppo che con sapienza produce musica perfetta, che colpisce il segno. Una lezione dura, pesante, aggressiva per tutte quelle bands da quattro soldi che pretendono di fare death metal, senza capirne il vero senso. Se il death è una religione, questo è uno dei libri neri. Testo sacro per una religione empia. Imperdibile.

(Luca Zakk) Voto: 7/10