(Napalm Records) Signore e signori possiamo anche chiudere la baracca: la Napalm Records pubblica un album metalcore! Voglio dire, fin quando pubblichino cose al passo con le mode del momento ma con dentro qualcosa di diverso, come ad esempio di recente con i Beyond all Recognition, i capi della Napalm hanno tutta la mia stima e comprensione, ma se l’etichetta austriaca che punta vistosamente ad avere un roster a 360° propone la tipica band metalcore, con dentro tutto quello che fanno tutte le band metalcore conosciute, allora vuol dire che non c’è speranza. Esagerato? Io vi risparmio le note e gli aggettivi  che accompagnano l’album perché o io non capisco nulla (è possibile) oppure loro bluffano e per convenienza (devono pur promuovere i loro prodotti). L’album l’ho ascoltato, non una sola volta, e vi ho trovato dentro riffoni di granito, breakdown, aperture melodiche improvvise (alcune graziose, lo ammetto), coretti che non c’entrano nulla con il resto. Un ripetersi dall’inizio alla fine. Ma suonano bene? certo, hanno addirittura vinto l’Amadeus Austrian Music Award per l’Hard & Heavy. L’album è ben prodotto, si sente bene? Ma certo che si, alla consolle c’è Toni Meloni (Caliban). E allora? Beh, su undici pezzi ne ricorderò almeno due, ma agli altri nove una qualsiasi persona comunque li paga e non è deludente sentire che suonano come quelli di altre venti band? Peggio ancora è il fatto che rispetto al gruppetto di pezzi che ho ascoltato da “Origin of the Storm” e il precedente omonimo, questi risultano quasi in linea, personalmente la differenza col precedente sembra essere nel fatto che in quello l’ascendenza svedese era ben superiore. Questo “Misery escape” sembra più melodic, meno robusto. Ma, Signore e Signori, la struttura dei pezzi è sempre quella.

(Aberto Vitale) Voto: 5/10