(Nuclear Blast Records) È sempre una sfida mettersi davanti ad un album dei Therion. Una sfida sia per l’ascoltatore che per i Therion stessi, i quali in oltre trent’anni hanno scritto e riscritto molte pagine di musica… spesso riscrivendo ciò che essi stessi avevano scritto. Siamo all’album numero 17: dagli inizi death metal, anche se con un tocco unico che, con il senno del poi, già illuminava il percorso creativo degli album e degli anni successivi, attraverso divagazioni varie fino allo sperimentale “Theli”… un album rivelatore con uno stile che successivamente esplose con fragore devastante sul mitico “Vovin”, l’album nel quale le varie voci ed i cori già scoperti in precedenza diventano dominanti, un assoluto ed unico marchio di fabbrica diventato poi leggenda con il superlativo “Secrets of The Runes” del 2001. Da allora un crescendo di album favolosi, grandiosi, epici come i due dischi usciti contemporaneamente (“Lemuria” e “Sirus B”), il doppio “Gothic Kabbalah” e il micidiale “Sitra Ahra” contenente brani monumentali quali la monumentale “Land of Canaan”. Dopo di tutto questo Christofer si è ribellato. Nuovamente, aggiungerei. Questa volta però nessuna etichetta ci ha creduto e lui, più impavido che mai, si è arrangiato pubblicando con successo il discusso (e strepitoso!) “Les Fleurs du Mal” (recensione qui) e quella complicata -e forse non capita- opera “Beloved Antichrist” (recensione qui). Il prossimo passo? Quando una band è molto nota ed è in circolazione da una vita, i fans vogliono sempre la stessa cosa, le stesse canzoni. Vale per ogni band con un certo seguito: Iron Maiden? Tutti vogliono sentire i classici. AC/DC? Stessa storia. Hammerfall (per tornare a band meno storiche)? Ai concerti tutti vogliono le solite canzoni. Non importa quanti nuovi brani una band nota possa pubblicare, i fans saranno sempre legati ai classici, a quei brani che hanno identificato il sound del gruppo e costruito la fedele fanbase. L’intelligente Christofer deve essersene accorto, forse anche forzato dal mercato discografico (il quale ora si basa solo su dischi e gadget… visto che i concerti sembrano scomparsi dalla faccia della terra) e ha fatto un album di hit in stile… Therion! Attenzione, nessun remix, nessuna nuova edizione di brani storici… semplicemente un album con il sound e le caratteristiche dei brani che hanno reso famosi ed unici i Therion. In un certo senso Christofer ha dato ascolto ai fans, regalando loro un album possente e grintoso… un best of che non è assolutamente un best of… un disco intenzionalmente composto con le cose che fanno eccitare il suo pubblico! Ed ecco che “The Leaf of the Oak of Far” è epica ed ottantiana, potente, con un finale trionfale. “Tuonela” (con, tra le altre, la voce di Hietala) è catchy, ha divagazioni heavy ed offre giochi melodici immensi, proprio come grandi pezzi della storia della band tra fine anni ’90 e primo decennio del nuovo millennio. La title track ha quel tocco epico che riporta forse a “Secrets of The Runes” e ”Lemuria”/”Sirius B”, ricca di cori femminili (Lori è epica) ed una chitarra tagliente ed efficace. Teatrale la bellissima ‘wagenriana’ ballad “Die Wellen Der Zeit”, rocambolesca e molto metal “Aži Dahāka” (qui siamo con Therion fine anni ’90), oscura, rabbiosa e drammatica “Eye of Algol”, brano con un ritornello semplicemente devastante. Molto teatrale e tecnica “Nocturnal Light”, molto power metal la breve “Great Marquis of Hell”, suggestiva e sensuale “Psalm of Retribution”, brillante e con un’anima heavy rock “El Primer Sol”, prima della conclusiva “Ten Courts of Diyu”, un brano ricco di tenebre rese palpabili dalle superlative performance vocali. Con artisti stabili e ospiti immensi, quasi le due vocalist Chiara e Rosa, lo storico Snowy Shaw alla batteria, oltre che Marco Hietala (Nightwish, Tarot), Mats Levén (ex Candlemass, ex Malmsteen), Noa Gruman (Scardust) e Taida Nazraić (The Loudest Silence), “Leviathan” è un album che esalta il marchio di fabbrica dei Therion e della suprema vena artistica di Christofer il quale è sempre in grado di tirar fuori il massimo del talento dai suoi grandiosi collaboratori!

(Luca Zakk) Voto: 9/10