copthungstenaxe(Iron Shield Records) E chi l’avrebbe mai detto che, dietro uno dei monicker più strani che mi sia mai capitato di sentire, avrei trovato una band capace e così deliziosamente vintage? Gli svedesi Thungsten Axe (…), dopo una cassetta (…) di quattro brani pubblicata nel 2011, danno alle stampe con il loro debut una manciata di brani di heavy metal rock primordiale; registrato in cantina (o, il che è quasi lo stesso, live in studio), “Swedish Iron” è però capace di regalare all’ascoltatore sensazioni dimenticate, che rimandano direttamente a quel sound della seconda metà degli anni ’70 che deriva, in modo diretto o indiretto, dagli Uriah Heep e dai Wishbone Ash, e che arriva poi, per canali insondabili, fino alla musica di act come gli Screamer o i Dead Lord. “Star of Mount Paekdu” è tutta arpeggi, ritmiche pre-NWOBHM e  assoli british style; dopo il breve e veloce inno “Heavy Metal”, di apprezzabile spontaneità, “Devil’s Children” amoreggia con atmosfere più veloci, mentre “The Steel is sacred” si tinge di epico ed è molto vicina, per quel che mi riguarda, ai Wishbone Ash di “Living Proof”. Sorprendente la lunga “Elna K. Eriksson”, che passa da atmosfere doomeggianti ad altre di puro rock. Un disco dal sound minimale, che però potrebbe piacere moltissimo ai soliti die hard defenders, serviti in modo ormai capillare da un mercato fin troppo in vena di revival.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10