(Blood Harvest Records) Terzo album per Valdrin, band che ho sempre considerato come la risposta statunitense ai Dissection, almeno fino ad ora. Si, perché con questo nuovo lavoro, la formazione proveniente da Cincinnati si scrolla di dosso l’etichetta di epigone della leggendaria band svedese, regalandoci un disco che, pur mantenendo certe coordinate stilistiche si rivela essere decisamente più personale. “Effigy of Nightmares” estremizza ogni caratteristica del Valdrin sound: le parti atmosferiche sono soffocanti, decisamente inquietanti, spettrali e spaziali allo stesso tempo; le parti estreme sono assai tirate e furiose,ricche di dissonanze tipiche del black eppure con melodie di fondo che permettono ai riff di stamparsi in testa. I richiami ai Dissection non sono spariti, ma sono meno smaccatamente evidenti, mentre troviamo alcune affinità con i Windir, comunque parliamo solo di qualche spunto e qualche similitudine nell’approccio: Un album che in definitiva brilla finalmente di luce propria.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10