(Moribund Records) Puntuale come la fine, giunge il sequel della esalogia “Nostalgia…” del maestro della depressione Vardan. I primi tre capitoli uscirono in una unica soluzione (recensione qui) meno di anno fa … esattamente come questa triade conclusiva, la quale chiude il cerchio, andando più in fondo, devastando ulteriormente, allargando ferite e lacerazioni tutt’altro che cicatrizzate, anzi, infinitamente sanguinanti. Nove brani che scandiscono oltre due ore di agonia pura, in una esaltazione cristallina del puro, vero e tagliente DSBM. La one man band italiana non si smentisce, non tradisce, non sbaglia: brani come “Nostalgia XI” (dalla “Part IV”) sono un capolavoro di depravazione mentale, con una chitarra suggestiva e sensuale abbandonata a tenebre impenetrabili e mortalmente erotiche. “Nostalgia XII”, con quegli accenni di keys varca il portale del mistico, richiamando dimensioni che risvegliano antiche teorie di Burzum. Si sente una ispirazione che ricorda i Nocturnal Depression su “Nostalgia XIII”, mentre una morente allegria emerge con una chitarra sepolta da vocals strazianti su “Nostalgia XIV”. Viaggi astrali infangati di terra putrefatta, tuttavia illuminata da sogni celestiali, con “Nostalgia XVI”, prima di giungere al capolinea nel più profondo magma infernale imposto dalla conclusiva “Nostalgia XVII”. Vardan non sbaglia un colpo: DSBM ossessivo, piacevolmente ripetitivo e magneticamente ossessivo. Due ore che offrono una vista panoramica verso l’eternità… un’eternità priva di luce, di vita, di speranza.

(Luca Zakk) Voto: 8/10